Affascinata dalla stupefacente varietà della flora, ho sempre cercato di imitare e riprodurre con materiali meno deperibili di quelli originali quanto la natura produce partendo da acqua, terra e sole e creando con questi elementi tanto le sequoie quanto il capelvenere, foglie enormi e foglie ridotte a semplici spine, fiori bianchi, rossi, gialli, blu, con infinite varietà di corolle, dalla farfalla delle leguminose alla chioma delle dalie, dall’unico petalo delle calle alla corolla delle margherite.
Per riprodurre, più o meno realisticamente, le meraviglie della natura si è ricorso e tuttora si ricorre a tutti i materiali possibili.
Ci sono fiori, foglie e frutti di carta, di ceramica, di seta, di plastica, di marmo e alabastro, di stucco e di cartapesta, di volta in volta lasciati grezzi per metterne in evidenza solo forma e struttura o accuratamente colorati per renderli quanto più possibile simili all’originale.
C’è chi usa il cuoio e chi preferisce il ferro, Giuseppe Carniglia nel suo laboratorio crea i fiori partendo dal legno grezzo, tronchetti che altri userebbero per la stufa, lavorando quasi solo con strumenti manuali, usati con mano ferma e delicata e con la perizia maturata in anni ed anni di lavoro. Ma chiunque abbia la passione per il bricolage può sperimentare questa tecnica.